NO alla guerra

Un comitato di cittadini di Lodi (clicca qui per vedere lo striscione) ha preparato il testo che qui sotto riportiamo

Gli eventi che, a partire dal 24 Febbraio, data dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ci hanno portato alla situazione attuale diventano, ogni giorno che passa, più foschi e drammatici e contengono scenari e prospettive sempre più inquietanti.

La distruzione di un intero Paese, migliaia di vittime tra civili e soldati mandati al macello, un’ondata di profughi senza precedenti nella storia recente d’Europa, l’escalation di un conflitto che non sembra avere limiti ed è sempre ad un passo dal coinvolgere militarmente altri Paesi scatenando reazioni inimmaginabili, i programmi generalizzati di riarmo, l’incombere dell’incubo di una Terza guerra mondiale che non potrebbe che essere nucleare, l’aumento generalizzato delle spese militari a discapito di bisogni ben più urgenti (sanità, istruzione, cultura, emergenza climatica ed ambientale, indipendenza energetica tramite lo sviluppo delle fonti rinnovabili, lotta alla povertà, ecc.), una militarizzazione dell’informazione, non solo nei Paesi belligeranti, ma anche nel nostro Paese, che tende a cancellare le voci critiche che invocano diplomazia e Pace, l’invio progressivo di armi e mezzi a sostegno della guerra sono solo alcuni esempi del clima che ci coinvolge dentro una spirale angosciante e pericolosa.

La guerra, una guerra tra potenze che si sfidano contendendosi la supremazia politica ed economica in un mondo trasformato in terreno di sfida si è imposta, tacitando finora le vie diplomatiche e la logica della cooperazione, e viene ancora una volta combattuta sulla pelle delle popolazioni civili e, questa volta, dei popoli europei. Una guerra che, al pari di altre che devastano il mondo e che fingiamo spesso di non vedere, riporta, dopo il conflitto della ex Yugoslavia, armi ed eserciti sulla soglia di casa.

Una guerra in cui, fatte le debite distinzioni tra aggressore (Russia) ed aggredito (Ucraina), gli unici innocenti sembrano essere, una volta di più, i civili vittime dei contrapposti nazionalismi. Una guerra di cui entrambi gli schieramenti, la Russia da una parte e NATO e U.E. dall’altro, creavano i presupposti da anni, tra accordi non rispettati, minacce più o meno velate, schieramenti di truppe ed esercitazioni militari, conflitti striscianti ed ignorati come quello del Donbass, che in 8 anni ha provocato 15.000 vittime, e che rischia ora di trasformare radicalmente le nostre vite, lasciando dietro di sé, oltre ad un enorme disastro, una situazione economica e sociale devastante .

Un conflitto che il nostro Paese, insieme all’Europa avrebbe potuto prevenire svolgendo un ruolo politico e di mediazione attivo ma al quale ha, invece, deciso di prendere parte, in spregio all’art. 11 della Costituzione, non solo attraverso la fornitura diretta di armi o l’imposizione di sanzioni di dubbia utilità che potrebbero ricadere drammaticamente anche sui cittadini italiani oltre che su quelli russi.

Le conseguenze di tali scelte diventano ogni giorno più evidenti: militarizzazione dell’economia, della politica, dell’informazione e della società, inflazione e peggioramento delle condizioni di vita, azzeramento dei già residuali spazi democratici.  A riprova di tutto ciò abbiamo assistito, contro l’opinione della maggioranza degli Italiani, all’invio di armi all’Ucraina e alla volontà, su cui dissente i ¾ della popolazione,  di aumentare la spesa militare dagli attuali 25 a 38 miliardi che verrebbero inevitabilmente sottratti ai bisogni vitali dei cittadini.

Di fronte a tale scenario è importante che i cittadini italiani non schierati solo “genericamente” per la pace ma radicalmente contro la guerra facciano sentire la loro voce e dicano dei NO e dei SI netti richiamando il governo e le forze politiche che lo sostengono al rispetto del confronto democratico e della Costituzione.

Diventa urgente, ovunque, anche nel nostro Paese , mobilitarsi a favore della sospensione del conflitto, evitando una pericolosa escalation dalle conseguenze imprevedibili per noi, le nostre famiglie, i nostri figli. Un disastro fatale, che potrebbe essere l’ultimo della storia.

Riteniamo necessario quindi organizzarsi al più presto in un “comitato contro la guerra”, pacifista senza ambiguità e schierato dalla parte delle vittime, che dia voce alla maggioranza dei cittadini italiani, sostenga le ragioni di un mondo multipolare, unica vera condizione per una pace stabile e duratura e che si mobiliti attivamente per la fine del conflitto, lo stop all’aumento delle spese militari ed alla corsa al riarmo.

Il No alla guerra va gridato forte. Per difendere i popoli da un coinvolgimento diretto – nefasto e dai risvolti apocalittici – per scongiurare fame e miseria, prime conseguenze economiche di scellerate scelte di campo. 

NO al coinvolgimento diretto come parte belligerante del nostro Paese e all’invio di armi all’Ucraina. NO all’aumento delle spese militari e a un’economia di guerra che sacrifica i reali bisogni e peggiora le condizioni di vita della parte più debole del Paese. NO alla logica dei blocchi contrapposte della deterrenza. NO a un’espansione della NATO. NO ad un’informazione bellicista e a senso unico

SI alle vie diplomatiche. SI ad un ruolo attivo e autonomo dell’Italia e dell’Europa alla ricerca di vie che portino alla Pace. SI alla ricerca di un accordo in grado di comporre le ragioni dei contendenti. SI ad un’Ucraina indipendente ma neutrale. Si alla cooperazione in un mondo multipolare e alla collaborazione tra popoli. Si allo smantellamento degli arsenali nucleari